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Michele Picchione

 

Emiliano Di Marco

 

info@show-academy.it

Auto-splay (overshoot) Mapp XT

17-05-2021 20:49

Emiliano Di Marco

News, Guide, Guide, Software, Previsione, Mapp XT, Meyer sound,

Auto-splay (overshoot) Mapp XT

Funzione di auto – splay (overshoot) di Mapp XT di Meyer Sound e consigli sul puntamento di un line array.

 

 

Auto-splay (overshoot) Mapp XT

 

 

Iniziamo oggi quella che sarà una serie di trattazioni su alcune funzioni  dei software di previsione più comuni sul mercato.

In questo articolo voglio illustrarvi la funzione di auto – splay (overshoot) di Mapp XT di Meyer Sound, ma non mi limiterò a questo, infatti ne approfitterò per dare anche qualche consiglio sul puntamento di un line array.

Per prima cosa vediamo quali sono i principi di funzionamento dell’algoritmo dell’ auto – splay:

 

1. Se non si utilizza un piano di ascolto l’auto – splay non sarà possibile; quindi ricordarsi di spuntare l’apposito riquadro.

autosplay2-1615385539.png

2.      Se il piano d’ascolto ha un angolo negativo l’auto – splay non sarà possibile;

autosplay3-1615385640.png

3. Se utilizziamo un solo diffusore l’auto – splay non sarà possibile;

auto-splay3-1621242886.png

3. Se utilizziamo due diffusori l’auto – splay sarà possibile; ovviamente non riusciremo a coprire l’intera area d’ascolto.

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4. L’Auto –splay punterà il primo diffusore sul punto di ascolto più lontano,
il diffusore centrale al centro dell’area d’ascolto e l’ultimo diffusore sul punto di ascolto più vicino; nell’esempio riportato in figura 5 notiamo che sarebbero occorsi più diffusori ,
in quanto comunque non è possibile puntare un diffusore oltre quello che è il suo limite meccanico.

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5. L’utilizzo di «target zones» può essere utile per determinare i criteri di cablaggio e suddivisione dell’array in sezioni per gestirne il processamento.

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Descritti quelli che sono i criteri di funzionamento dell’algoritmo dell’auto – splay come utilizziamo questa funzione con una situazione simile come quella della figura 7, dove i piani di ascolto hanno più livelli?

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Se proviamo a tracciare più piani di ascolto l’algoritmo non funziona.

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La soluzione è quindi tracciare un’ unica linea diagonale tra i vari piani di ascolto dal punto più vicino a quello più lontano.

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Facciamo un esempio utilizzando un array composto da 12 Leopard Meyer Sound ad un’altezza di 10 m.
Dal fronte palco la Venue misura 65 m, prevedendo il pubblico in piedi, inserisco un piano d’ascolto all’altezza di 1,6 m. I primi 5 m saranno affidati a diffusori frontfill.

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Selezionando contemporaneamente Array e piano d’ascolto
(tenendo premuto il tasto sinistro del mouse o cliccando su entrambi tenendo premuto il tasto shift)
e successivamente cliccando sul tasto destro si aprirà una finetra dove troveremo la funzione di auto – splay e overshoot.

auto-splay10-2-1621243402.png

Cliccando sopra la funzione di auto – splay si aprirà un’altra finestra dove mi vengono date tre opzioni:    

• Aiming Factor ci permette di modificare lo splay generale dell’array a step di 1⁄2 diffusore

• Smollest Splay Limit ci permette di scegliere quale sia l’angolo minore tra diffusori

• Largest Splay Limit ci permette di scegliere quale sia l’angolo maggiore tra diffusori

(Lasciatemi una piccola riflessione su questi ultimi due punti; Meyer è forse l’unica casa costruttrice a dare una possibilità simile di intervento su quello che è l’algoritmo di puntamento automatico di diffusori sulla totalità dei software di previsione in circolazione),
scopriremo nei nostri corsi di sound system design come il grado meccanico massimo di un diffusore venga determinato,
e a quel punto apprezzerete anche voi una possibilità del genere di intervento.

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Analizziamo ora quello che è il risultato del puntamento dell’array utilizzando l’auto - splay.

La distanza dall’array alla prima fila è 10 m, mentre la distanza dall’ultima fila è di 65 m.
Facendo un semplice calcolo tra le distanze, otteniamo un rapporto di 6:1 che corrisponde a 15 dB di differenza. Osservando la previsione in figura 12 notiamo dai cambi di colore ogni 3 dB proprio una perdita di 15 dB tra la prima e l’ultima fila.

Il principio di minima varianza di livello entro i -6 dB non è soddisfatto.

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Quindi?.. L’auto – splay non funziona?..
Cosa possiamo fare affinchè la risposta rientri nei principi di minima varianza?..

Prima di tutto impostiamo come grado massimo di apertura del singolo diffusore 9° ( che come impareremo è il grado massimo ottimale per il Leopard).

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Apparentemente sembra che rispetto alla situazione precedente stiamo perdendo qualcosa in termini di copertura, ma in realtà come dimostra la figura 14 il -6 dB point dell’array era avanti alla prima fila e considerando che quella sarà l’area di competenza dei frontfill, molto probabilmente avremmo avuto una sovrapposizione eccessiva.
In figura 15 possiamo notare che l’angolazione a 9° ci fa perdere solo un metro rispetto a quella di 15°,
ed ancora abbiamo un ipotetico overlap con il frontfill.

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Solitamente la riduzione dell’angolo massimo dei diffusori dell’array permette anche una ridistribuzione dell’energia con delle variazioni anche sugli altri diffusori, in questo esempio in realtà non è successo, infatti l’unica differenza riguarda solo l’ultimo diffusore, ma comunque abbiamo ottenuto un beneficio sull’interazione con il sistema frontfill e
andando avanti capiremo come sfruttare ancora al meglio questo.

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Ritorniamo alla finestra dell’auto – splay.
Cliccando sull’aiming factor possiamo dare un overshoot a step di 1⁄2 diffusore.
Con questo l’algoritmo terrà fuori dal piano di ascolto la porzione, o il numero di diffusori prescelto. Tutto ciò aiuterà l’estensione del BEAM tra diffusori indirizzati sul campo lontano, diminuendo il rapporto di potenza in base alla distanza, sfruttando la somma.

Fig. 17

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Nelle figure 19 possiamo vedere come si comporta l’aiming factor.

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Limitiamoci per ora all’overshoot di un solo diffusore e vediamo cosa succede.
E’ inutile ricordare che questa operazione in presenza di pareti frontali allo stage potrebbe portare ad un fastidioso (“ta – ta“) riflesso delle medio alte frequenze, quindi bisogna sempre valutarne il campo di utilizzo volta per volta.

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La situazione è nettamente migliorata. Non siamo ancora nei termini di minore varianza di livello entro i -6 dB, ma c’è stato un sensibile incremento di SPL sulle ultime file.

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Dando uno sguardo attraverso il Virtual SIM del Mapp XT abbiamo conferma del beneficio apportato dall’aiming factor.

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Prima di passare avanti, concentriamoci sul dettaglio della risposta del sistema all’ultima fila.
In figura 23 notiamo che la differenza di SPL dai piedi alle orecchie dell’ultimo ascoltatore è pari a 3 dB.

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Per chi come me è stato abituato per tanti anni a puntare un array senza l’ausilio di questo fantastico tools dell’auto – splay è stato fondamentale imparare un vecchio trucco da altrettanti vecchi ed esperti maestri.

Il metodo di puntamento dei 2/3 (“0,666“).

Questo metodo consiste nel dividere il piano di ascolto in tre parti, il centro dell’array viene puntato ai 2/3; In Mapp XT solitamente mi avvalgo del tool che mi permette di rotare gli oggetti.

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Lasciando il puntamento prodotto dall’auto – splay e variata l’inclinazione generale dell’array secondo il metodo dei 2/3 la situazione è nettamente migliorata, ora i termini di minore varianza di livello entro i -6 dB sono pienamente rispettati.

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Dando uno sguardo attraverso il Virtual SIM del Mapp XT abbiamo conferma del beneficio apportato dal puntamento dell’array con il metodo dei 2/3.

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Ovviamente tirando la coperta abbiamo perso una porzione della copertura dell’array nelle primissime file, ma potremmo scegliere di aggiungere un diffusore o di utilizzare un frontfill più potente per compensare la maggiore distanza, ecc.

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In questo esempio ho scelto di proposito una venue piuttosto lunga per numero e tipologia di diffusori.

Nelle nostre scelte di disegno finali molto probabilmente avremmo scelto un diffusore di maggiore potenza tipo il Lyon, ma spesso chi fa il nostro mestiere si trova davanti a scelte dettate dal budget, da dei limiti legati al trasporto
(nel camion non ci entrano tutte quelle casse), e tanti altri fattori, tipo strutture, scenografie , ecc.

Quindi secondo me è giusto affrontare già in fase di studio e previsione tutte le possibili soluzioni tenendo da subito in considerazione anche questi aspetti. Io lo faccio sempre, in tasca ho sempre Piano A, Piano B e tante volte anche il C..

Quindi con questo argomento ho voluto iniziare ad illustrare quelle che sono le normali operazioni e regole da seguire per raggiungere obiettivi in modo semplice e ripetibile, considerando quello che poi sarà il lavoro reale sul campo.

Con la speranza di un vostro riscontro positivo, ci si vede qui per il prossimo argomento.

 

 

Emiliano Di Marco

 

This is the way!


L’auto – splay di Meyer Sound è stato introdotto con l’avvento della Famiglia di diffusori LEO, ed è quindi utilizzabile solo su questi ultimi..
Avendo esperienza ancora con le vecchie serie M, ho realizzato questa tabella di conversione. Vi basterà scegliere il diffusore dalle dimensioni e caratteristiche simili, fare il puntamento, e poi sostituirlo in Mapp XT per fare le previsioni con il diffusore che utilizzerete effettivamente.

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